La coppa d'oro by Henry James

autore:Henry James
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
editore: BUR
pubblicato: 2016-02-06T23:00:00+00:00

CAPITOLO XXIII

Fanny, al suo arrivo in città, porto a compimento il suo secondo progetto: spedì il colonnello a far colazione al suo club e impacchettò la cameriera, con i loro effetti personali, in una vettura di piazza con destinazione Cadogan Place. La conseguenza di tutto ciò fu per i coniugi un susseguirsi così ininterrotto di impegni che la giornata passò praticamente senza altri contatti tra loro. Pranzarono fuori insieme, ma tanto all’andata quanto al ritorno si verificò che da tutte e due le parti ci fossero pochissime idee da scambiare. Fanny era avviluppata nei suoi pensieri ancor più strettamente che nel mantello color limone che le proteggeva le spalle nude, e il marito, messo di fronte al silenzio di lei, non si dimostrò meno disposto del solito, per tale provocazione, a tenere a modo suo, così si sarebbe espresso lui, il capo del filo che aveva in mano. In questo periodo si stabilivano tra loro, di solito, pause assai lunghe e assai bruschi passaggi; in uno di questi ultimi, e assai teso, si trovarono lanciati quella sera a mezzanotte. La signora Assingham, rincasata piuttosto stancamente, salì al primo piano, per lasciarsi sprofondare colà, accasciata, sul pianerottolo di fronte al salotto, in una gran poltrona veneziana tutta dorata; della quale tuttavia ella non fece in un primo tempo, con l’espressione assorta del suo viso, altro che una specie di trono della meditazione. In quella posizione, col suo tipo così apertamente orientale, ella avrebbe potuto somigliare un poco ad una Sfinge muta da tempo immemorabile che stesse alfine per prender la parola. Il colonnello, non molto diverso, dal canto suo, da un vecchio pellegrino del deserto accampato ai piedi di quel monumento, entrò, in ricognizione, nel salotto. Esaminò, secondo, il suo costume, le finestre per vedere se erano chiuse; gettò attorno l’occhiata, insieme, del padrone e dell’amministratore, del governatore e del contribuente; poi tornò dalla moglie, dinanzi alla quale, per un momento, restò ritto in attesa. Ma anche lei, per un poco, continuò ad aspettare, limitandosi a guardare in su verso di lui con volto indecifrabile. C’era, in queste piccole manovre, in questa pazienza consapevole, la sospensione, in certa misura, della loro vecchia abitudine di discutere senza trovarsi d’accordo, di quei loro colloqui tenuti su dall’incomprensione che si erano fatti ormai così goffi. Questa piacevole consuetudine familiare sembrava voler dimostrare di voler cedere, se si dava il caso, di fronte ad ogni chiara angustia; anche se si avvertiva sensibilmente, e con una punta d’incoerenza, nell’aria che nessuna angustia poteva adesso essere volgarmente definita chiara.

Il volto della signora Assingham avrebbe potuto anche riflettere, d’altra parte, una blanda percezione di un sentimento delicato — una inquietudine per la situazione della moglie, e proprio per quella situazione che ella, abbastanza bizzarramente, era sul punto di ripudiare — che lei stessa aveva forse fatto crescere in lui. Ma su di un fiore simile bisognava alitare con delicatezza, e fu qualcosa di molto simile a questo che ella finì col fare. Fanny sapeva che al marito non

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